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CLARA MOSCHINI

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Fiducia dei consumatori, ottimismo condizionato

Il dato torna a crescere ma preoccupa la leggera battuta d'arresto della distribuzione commerciale

Secondo i dati Istat resi noti oggi, a gennaio sale la fiducia dei consumatori da 96,3 a 98,2 (leggi notizia EFA News) e le associazioni dei consumatori evidenziano i loro commenti quando non le loro perplessità. "Si interrompe un calo della fiducia che durava ininterrottamente da 3 mesi, da ottobre 2024 -afferma Massimiliano Dona, presidente dell'Unione Nazionale Consumatori commentando il dato Istat-. Iniziamo, quindi, l'anno nel migliore dei modi, con un recupero che, però, non basta a compensare quanto perso nel quarto trimestre 2024". 

Unione nazionale consumatori

"Permane, infatti -sottolinea Dona-, un piccolo gap rispetto alla fiducia di settembre, ossia prima che iniziasse la discesa, quando si era a 98,3, ossia 0,1 punti percentuali in più. In ogni caso è positivo che migliorino sia i giudizi che le attese sia sulla situazione economica dell'Italia che sulla famiglia. Si tratta ora di vedere se questo trend sarà mantenuto anche nei prossimi mesi, dopo l'arrivo delle bollette di luce e gas e degli stipendi di gennaio 2024, considerato che la raccolta dei dati sulla fiducia avviene nei primi 15 giorni del mese, ossia prima della stangata e dell'amara sorpresa che sta per colpire gli italiani".

Confesercenti

"La fiducia torna a crescere, anche se l’impatto del caro-energia potrebbe interrompere il percorso di recupero -sottolinea Confesercenti-. A gennaio l’indice dei consumatori registra un incremento di 1,9 punti percentuali, arrestando una tendenza negativa durata tre mesi, mentre la fiducia delle imprese segna un lieve rialzo per il secondo mese consecutivo, anche se di soli 0,4 punti. Segnali di miglioramento, ma la situazione rimane complessa: restano infatti ancora i fattori di incertezza che stanno frenando la ripartenza dei consumi e del commercio, con un impatto particolarmente rilevante sui negozi". 

"Una situazione di incertezza che -prosegue Confeserecenti- si riflette sulle imprese della distribuzione commerciale, dove il percorso di recupero della fiducia subisce a gennaio una battuta d’arresto, con un lieve calo, -0,4%, che però è sintesi di andamenti diversi delle varie forme distributive: mentre la gdo mette a segno una piccola crescita, i negozi scontano il secondo calo mensile consecutivo, di -1,2% a gennaio. Dati in linea con la situazione attuale del commercio al dettaglio, per cui stimiamo una diminuzione del volume delle vendite nelle piccole superfici del -1,5% per il 2024, a fronte di un lieve aumento del +0,6% nella grande distribuzione. Anche il settore turistico -conclude Confesercenti- sta affrontando sfide. La leggera ripresa osservata nei dati di fiducia è quindi un segnale incoraggiante, ma è chiaro che la strada verso una piena ripresa economica è ancora lunga e seminata di incertezze".

 Unione difesa consumatori

“Dopo mesi di incertezza -aggiunge Martina Donini, presidente nazionale di Udicon (Unione per la difesa dei consumatori-, il ritorno della fiducia dei consumatori rappresenta un segnale positivo, capace di favorire una ripresa più solida del Paese sia in termini di consumi che di investimenti. L’aumento della fiducia delle imprese per il secondo mese consecutivo conferma un trend di miglioramento, rafforzando le prospettive di crescita economica nel prossimo futuro. Un dato incoraggiante per la nostra economia”. 

Codacons

Positivi anche per il Codacons i dati Istat sulla fiducia di consumatori e imprese. "L’incremento della fiducia di famiglie e imprese è un segnale importante per l’economia italiana, perché rispecchia una generalizzata crescita dell’ottimismo e delle aspettative che si ripercuote su consumi, occupazione e investimenti -spiega il Codacons-. Un indice che tuttavia da solo non basta: il governo deve mettere in campo misure specifiche tese a sostenere i consumi dei cittadini e combattere le tensioni sui prezzi al dettaglio, specie sul fronte dei carburanti, dell’energia e delle materie prime i cui listini in forte crescita rischiano di avere nel corso del 2025 effetti negativi a cascata su consumatori e imprese".

Confcommercio

"Il recupero della fiducia di famiglie e imprese registrato nel mese di gennaio rappresenta la conferma dei segnali positivi, anche se deboli, emersi alla fine dello scorso anno. Il quadro congiunturale resta incerto e contraddittorio, ma se è prematuro individuarne tratti di sicura crescita sarebbe sbagliato non valorizzarne gli spunti favorevoli -commenta l’Ufficio Studi di Confcommercio-. Le famiglie, dopo un trimestre difficile, sembrano intravedere concrete possibilità di un miglioramento della situazione economica, legate anche ad attese meno negative sul versante dell’occupazione. Timori permangono sulle dinamiche future dei prezzi, a testimoniare come quanto accaduto negli anni precedenti abbia lasciato molte scorie e possa ancora condizionare i comportamenti".

"In questo contesto, la crescita della fiducia tra gli operatori del manifatturiero, soprattutto tra chi produce beni di consumo, seppure da leggere con molta prudenza, rappresenta un indizio positivo per l’avvio di una fase meno negativa per l’industria italiana. Tra i servizi va segnalato il permanere di un clima positivo tra gli operatori del turismo e il recupero della fiducia nel trasporto. Al contrario, gli imprenditori della distribuzione commerciale indicano un modesto regresso della fiducia, diffuso, in particolare, nel commercio di prossimità. Pertanto, la fase di rafforzamento dell’economia appare ancora soggetta a rilevanti fragilità".

Fc - 47510

EFA News - European Food Agency
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