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CLARA MOSCHINI

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Dazi, Trump ci ripensa e le borse prendono ossigeno

In standby le misure contro Messico e Canada: i listini viaggiano intorno alla parità

Sembra una giornata più tranquilla rispetto a ieri quella che stanno vivendo le Borse europee. A metà seduta perde qualcosa (ma poco) il Ftse Mib milanese (-0,1%) insieme allo Smi svizzero (-0,5%%) mentre il Dax tedesco viaggia positivo intorno alla parità (+0,02%) e il Cac40 parigino è a +0,2%. Il settore alimentare, in Europa, sta viaggiando male, perdendo lo 0,7% mentre prosegue la giornata in tono decisamente positivo l'Hang Seng di Hong Kong in rialzo del 2,8%. Le borse internazionali, dunque recuperano qualcosa dopo la giornata decisamente negativa di ieri (leggi notizia EFA News chiusa con Dow Jones a Wall Street in calo dello 0,2%, il Nasdaq in crollo a -1,2% mentre ha chiuso positiva questa mattina (fuso orario italiano) il Nikkei giapponese (+0,7%). 

A dare un po' di ossigeno ai mercati, è arrivata la notizia che il presidente americano Donald Trump ha deciso di mettere in stand-by i dazi contro il Messico e sta facendo lo stesso con il Canada. Il rinvio nell’introduzione dei dazi annunciati sabato , ossia una tariffa del 25% sul Canada e Messico e del 10% sulla Cina, lasciano sperare che il presidente utilizzerà l'arma dei dazi come strumento per negoziare, piuttosto che rischiare una grande guerra commerciale. 

Per quanto riguarda il paese sudamericano la schiarita è avvenuta dopo una telefonata definita "molto amichevole" intrattenuta con la presidente messicana Claudia Sheinbuam, la quale ha assicurato al numero uno della Casa Bianca la fornitura di 10.000 soldati per aiutare a proteggere il confine tra Stati Uniti e Messico contro l’immigrazione illegale. Nel frattempo, gli Stati Uniti e il Messico continueranno i colloqui per raggiungere un accordo permanente. 

Per quanto concerne il Canada, è stato lo stesso premier Justin Trudeau a dichiarare in un post su X ieri di aver negoziato un rinvio di 30 giorni delle tariffe che Trump avrebbe imposto al Canada e applicabili a partire da oggi 4 febbraio. Trudeau ha scritto che i dazi saranno rinviati “di almeno 30 giorni” mentre vengono attuate una serie di misure congiunte sul fentanyl e sul confine. “Il Canada -scrive sui social il primo ministro Trudeau- si sta impegnando a nominare un Fentanyl Czar, a classificare i cartelli come terroristi, a garantire un controllo 24 ore su 24, 7 giorni su 7 al confine, a lanciare una Joint Strike Force Canada-Stati Uniti per combattere il crimine organizzato, il fentanyl e il riciclaggio di denaro. Ho anche firmato una nuova direttiva di intelligence sul crimine organizzato e il fentanyl e la sosterremo con 200 milioni di dollari".

In questo modo il primo ministro canadese ha stoppato l'iniziativa che stava prendendo forma a cura del premier dello Stato dell'Ontario, Doug Ford il quale ha deciso di sospendere una serie di misure di ritorsione che avrebbe dovuto iniziare ad attuare in seguito al rinvio dell'11° ora dei dazi statunitensi.

“Oggi -spiega Ford- abbiamo una buona notizia. Abbiamo temporaneamente scongiurato l'imposizione di dazi che avrebbero danneggiato gravemente la nostra economia, dando tempo per ulteriori negoziati e per far prevalere il sangue freddo. Grazie agli innumerevoli lavoratori, ai leader sindacali, alle imprese e ai canadesi orgogliosi di tutti i giorni che si sono riuniti per far sì che questo accadesse. Con la sospensione dei dazi da parte degli Stati Uniti, anche l'Ontario sospenderà le sue misure di ritorsione”.

Le "contromisure" dell'Ontario, prevedevano la rimozione a partire da ieri sera, lunedì 3 febbraio, degli alcolici statunitensi dagli scaffali della LCBO, la Liquor Control Board of Ontario che controlla e promuove la vendita e la distribuzione socialmente responsabile di alcolici in Ontario e trasferisce i profitti alla provincia per sostenere i programmi prioritari per la popolazione dell'Ontario. Lo Stato canadese, per ora sospende le misure, ma Ford ha avvertito che potrebbero facilmente essere attuate di nuovo se le tariffe dovessero andare avanti. “Se il Presidente Trump procederà con le tariffe, non esiteremo a rimuovere i prodotti americani dagli scaffali dell'LCBO o a bandire le aziende americane dagli appalti provinciali”, ha dichiarato Ford.


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EFA News - European Food Agency
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