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CLARA MOSCHINI

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La Cina prepara i controdazi agli Stati Uniti

Tariffe +15% su carbone e gnl e del 10% sui macchinari agricoli ma Pechino sembra prendere tempo

La Cina prepara le sue contromisure ai dazi del presidente americano Donald Trump. Quelli che vengono già chiamati "controdazi" applicati dalla Cina vedono imporre, da oggi, "tariffe mirate" sulle importazioni statunitensi. Non solo: Pechino ha messo in guardia diverse aziende, tra cui Google, da possibili sanzioni, in quella che dal politburo cinese viene definita "risposta misurata" ai dazi a tappeto sulle importazioni cinesi imposti dal presidente Usa.

I controdazi cinesi

Le nuove misure della Cina, annunciate in concomitanza con l'entrata in vigore dei dazi di Trump, includono un prelievo del 15% sul carbone e sul GNL statunitensi e del 10% sul petrolio greggio, sulle attrezzature agricole e su un piccolo numero di camion e berline di grossa cilindrata spediti in Cina dagli Stati Uniti. La Cina ha dichiarato di aver avviato un'indagine antimonopolio nei confronti di Alphabet e su Google, ha inserito PVH Corp, la holding di marchi tra cui Calvin Klein, e la società statunitense di biotecnologie Illumina in una lista di potenziali sanzioni. Gli Stati Uniti, lo ricordiamo, sono una fonte relativamente piccola di petrolio greggio per la Cina: nel 2024 gli Stati Uniti hanno rappresentato l'1,7% delle importazioni di greggio verso Pechino per un valore di circa 6 miliardi di dollari. Poco più del 5% delle importazioni di GNL della Cina proviene dagli Stati Uniti. 

La Cina, inoltre, ha dichiarato di voler imporre controlli sulle esportazioni dagli Stati Uniti di alcuni metalli, tra cui il tungsteno, fondamentali per l'elettronica, le attrezzature militari e i pannelli solari. Il dazio del 10% annunciato dalla Cina sui camion elettrici importati dagli Stati Uniti potrebbe essere applicato al Cybertruck di Elon Musk, un'offerta di nicchia che Tesla ha promosso in Cina. I nuovi dazi cinesi non entreranno in vigore prima di lunedì prossimo, 10 febbraio, dando a Washington e a Pechino il tempo di cercare un accordo che i responsabili politici cinesi hanno dichiarato di sperare di raggiungere con Trump, mentre la domanda interna della Cina si affloscia. “La guerra commerciale è nelle fasi iniziali, quindi la probabilità di ulteriori dazi è alta”, ha dichiarato Oxford Economics in una nota in cui ha declassato le previsioni di crescita economica della Cina. 

Infine, Trump ha dichiarato che potrebbe aumentare ulteriormente i dazi sulla Cina se Pechino non arginerà il flusso di fentanyl, un oppioide mortale, negli Stati Uniti. La Cina, da parte sua, ha definito il fentanyl "un problema dell'America" e ha già preannunciato che contesterà i dazi presso l'Organizzazione Mondiale del Commercio e adotterà altre contromisure, pur lasciando la porta aperta ai colloqui.

La Cina prende tempo

Di fatto, dicono i bene informati, la Cina sta prendendo tempo: la sua reazione morbida ai dazi di Trump farebbe pensare che Xi Jinping prenda tempo in attesa di parlare con il presidente americano e vedere "che tempo che fa", magari cambiando idea sulle sue controtariffe, come è avvenuto già dopo la telefonata di ieri con la presidente messicana Claudia Sheinbuam e con il premier canadese Justin Trudeau (leggi notizia EFA News). Una telefonata, quella con il leader cinese, attesa oggi (secondo il fuso orario degli Usa) secondo il consigliere commerciale di Trump Peter Navarro, o "molto presto”, come ha dichiarato la portavoce della Casa Bianca Karoline Leavitt.

Capital Economics, società di ricerca con sede nel Regno Unito, ha stimato che le tariffe aggiuntive della Cina si applicheranno a circa 20 miliardi di dollari di importazioni annuali, rispetto ai 450 miliardi di dollari di beni cinesi soggetti alla tariffa di Trump, entrata in vigore alle 12:01 di oggi. “Le misure sono piuttosto modeste, almeno rispetto alle mosse statunitensi, e sono state calibrate per inviare un messaggio agli Stati Uniti”, ha dichiarato in una nota Julian Evans-Pritchard, responsabile della divisione China Economics della società.

Prossima fermata Ue?

Tra poco, sembra sarà il turno dell'Ue a subire gli strali daziari del neo presidente Usa al suo secondo mandato. Domenica scorsa Trump ha suggerito che l'Unione Europea sarà il suo prossimo obiettivo per le tariffe, ma non ha detto quando. Ursula von der Leyen, capo dell'esecutivo della Commissione europea, ha dichiarato che Bruxelles sarà pronta a negoziati difficili, ma ha sottolineato la necessità di gettare le basi per una partnership più forte con il principale partner commerciale e di investimento dell'UE. “Saremo aperti e pragmatici su come raggiungere questo obiettivo. Ma sarà altrettanto chiaro che proteggeremo sempre i nostri interessi, in qualsiasi modo e in qualsiasi momento sia necessario”, ha dichiarato in un discorso. La Commissione europea e la nuova amministrazione statunitense sono state in contatto a livello tecnico, ma Von der Leyen e Trump non si sono ancora parlati direttamente, ha dichiarato un portavoce della Commissione. Il capo del commercio dell'UE, Maros Sefcovic, ha dichiarato di volere colloqui tempestivi con gli Stati Uniti per scongiurare potenziali dazi. “Crediamo -spiega Sefcovic- che attraverso un impegno costruttivo e una discussione si possa risolvere il problema”.







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EFA News - European Food Agency
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