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CLARA MOSCHINI

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Sanremo: l'omaggio di Barilla alla musica

L’azienda ripercorre la storia che lega i suoi prodotti a melodie, compositori e interpreti

Musica e cibo: due linguaggi universali, capaci di evocare ricordi, emozioni e momenti di autentica condivisione. Per questo, in occasione del 75° Festival di Sanremo, il Gruppo Barilla celebra l’incontro tra questi due mondi attraverso 90 anni di comunicazione pubblicitaria e i cimeli dell’Archivio Storico Barilla che custodisce 148 anni di storia.

Il legame tra Barilla e la musica ha caratterizzato la comunicazione dell’azienda di Parma fin dai primi anni del ‘900. Dalle intersezioni utili a promuovere iniziative musicali come il Centenario Verdiano ai programmi dell'Orchestra delle Regie Terme Berzieri di Salsomaggiore. Tuttavia, è nel Secondo Dopoguerra, con l’arrivo della televisione nelle case e nei bar italiani, che questa connessione diventa davvero iconica. In quegli anni, le posate e la pasta Barilla danzano armoniosamente sulle note de “La Gazza Ladra” e “Il Barbiere di Siviglia” di Gioacchino Rossini, trasformando oggetti e alimenti di uso quotidiano in protagonisti di scene musicali. A rafforzare ulteriormente questo connubio, una celebre locandina del 1965 che raffigura un direttore d’orchestra, intento a dirigere "Il Barbiere di Siviglia", impugnando un grissino al posto della bacchetta. Un’immagine che ancora oggi è simbolo di ironia e della creatività del brand.

Gli anni di Carosello segnano un momento decisivo nel consolidamento della connessione tra Barilla e la musica popolare italiana. Negli anni '50, Giorgio Albertazzi, con la sua presenza, sapeva mescolare ricordi e realtà pubblicitaria, accompagnato dalla filastrocca di Madama Dorè. Negli anni '60 e '70, però, questa connessione si intensifica ulteriormente, con i grandi nomi della musica italiana che diventano protagonisti degli spot Barilla. Mina, ad esempio, interpreta i suoi successi in scenografie firmate da Mario Ceroli, con le confezioni di pasta che si integrano nella performance.

Negli anni '70, Massimo Ranieri, con la sua "Rose Rosse", prende il testimone, portando il calore e la tradizione della cultura napoletana nel racconto della pasta, sottolineando la genuinità del prodotto e l'autenticità delle emozioni. Nel 1975, le "mazurchette" di Raul Casadei accompagnano la pasta Barilla, evocando i valori della tradizione e della convivialità familiare. Anche Dario Fo, durante il "Controfestival" del 1969, e la compilation in musicassetta "Sanremo nel cuore" del 1987, segnano un ulteriore passo nel consolidamento del rapporto tra Barilla e la più importante manifestazione musicale del Paese. Inoltre, l’edizione 2025 del Festival vedrà la partecipazione di Lucio Corsi, che interpreterà "Nel blu dipinto di blu" di Domenico Modugno, insieme a Peppino Mazzullo, storico doppiatore di Topo Gigio, simpatico personaggio che tra il 1963 e il 1975 è stato anche testimonial dei biscotti Pavesini.

Tra le altre collaborazioni memorabili, invece, si annovera anche quella di Zucchero Fornaciari, che nel 1994 ha emozionato gli italiani con la sua interpretazione di White Christmas, accompagnato da un coro di bambini, rendendo il Natale ancora più speciale. La musica ha avuto un ruolo chiave anche nella comunicazione di Mulino Bianco, che nel 1994, sotto la regia del talentuoso regista indiano Singh Tarsem, trasforma le piazze italiane in oasi verdi, accompagnando le immagini con melodie senza tempo come “O Mio Babbino Caro” di Giacomo Puccini, interpretata da Renata Tebaldi e “Caterina” di Perry Como, “Parlami D'Amore Mariù” cantata da Vittorio De Sica e “Come Te non c’è nessuno” di Rita Pavone. Scelte musicali che aggiungono un tocco di magia e dolcezza, contribuendo a creare un’atmosfera di serenità, che rafforzava il legame del brand alla natura e alla tradizione.

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