Sugar tax. Federalimentare: "Tassa di scopo per fiscalità, non per salute"
Presidente Mascarino: "Raccomandazioni Oms generiche, non possono essere prese a riferimento"

“La tassa sulle bevande analcoliche con edulcoranti aggiunti la cosiddetta Sugar Tax, introdotta nell’ordinamento italiano con la Legge di Bilancio 2020, più volte rinviata e ora prevista per luglio 2025 è una tassa di scopo, un tributo aggiuntivo in capo alle imprese e ai consumatori che solo apparentemente andrà a sostenere la fiscalità generale dello Stato, ma in effetti creerà un danno alle industrie e certamente non gioverà alla salute dei cittadini”. Lo dichiara in una nota il presidente di Federalimentare Paolo Mascarino.
“Come tassa di scopo la Sugar Tax, sulla base del nostro Ordinamento, deve essere introdotta con una legge ad hoc la quale, volendo rispettare il principio di trasparenza e piena responsabilità della pubblica amministrazione, richiede non solo chiare motivazioni, ma che siano forniti tutti gli elementi in grado di farne comprendere la logica sottostante, in modo da garantire il controllo esterno dell’efficacia ed efficienza dei processi innescati dal provvedimento fiscale in questione”.
“Purtroppo", aggiunge Mascarino, "l’unico riferimento presente nella relazione illustrativa al disegno di legge è un sintetico richiamo alle raccomandazioni dell’Organizzazione Mondiale della Salute (Oms)", le quali, prosegue, "sono ovviamente generiche, in quanto rivolte ai quasi 200 Stati del Mondo, segnalano un problema sanitario legato a stili alimentari non salutari e solo suggeriscono, fra le possibili soluzioni, l’adozione di interventi di politica fiscale. Come tali, le raccomandazioni dell’Oms non possono certo essere prese a riferimento sic et simpliciter”.
“In più", continua il presidente di Federalimentare, "le analisi mediche sulla relazione tra alcune patologie e consumo di bevande analcoliche con edulcoranti aggiunti ne rappresentano in maniera inequivocabile la natura multifattoriale, per cui l’Oms stessa non ritiene di sostenere alcuna forma di proibizione, ma si limita a richiamare l’opportunità di ridurne il consumo eccessivo, in modo da contribuire alla diminuzione delle malattie non trasmissibili legate alla dieta”.
“Come rilevato poi nell’Analisi dell’imposta sulle bevande analcoliche con edulcoranti aggiunti (sugar tax) condotta dal professor Cesare Pozzi dall’Università Luiss Guido Carli", prosegue Mascarino, "l’Italia, in una ipotetica graduatoria del consumo medio pro-capite di bevande con edulcoranti aggiunti si colloca non solo all’ultimo posto fra gli Stati europei, ma con un valore nel 2022 di 54 litri/anno che è circa il 45% inferiore rispetto ai 98 litri/anno della media europea. La raccomandazione dell’Oms relativa all’introduzione di una sugar tax non può rappresentare, pertanto, il fondamento economico-sanitario per la sua applicazione in Italia”.
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EFA News - European Food Agency