Coldiretti: maxi-blitz contro le navi di olio straniero
2000 agricoltori in protesta al porto di Civitavecchia (Roma) per denunciare la concorrenza sleale

Blitz al porto di Civitavecchia di duemila agricoltori di Coldiretti contro le navi cariche di olio straniero in arrivo nello scalo romano. "Una protesta eclatante contro l’invasione di prodotto low cost che fa crollare i prezzi dell’extravergine Made in Italy, che finiscono spesso per essere venduti come tricolori", recita oggi una nota del sodalizio. Gli agricoltori guidati dal vicepresidente nazionale di Coldiretti Davide Granieri si sono radunati nell’area del Terminal Amerigo Vespucci con cartelli e slogan per denunciare il rischio che l’arrivo sul mercato di olio a basso costo, spesso di dubbia provenienza e qualità, possa danneggiare gravemente il nostro patrimonio agroalimentare di eccellenza, chiedendo misure immediate. "Una decina di barche con le bandiere gialle sono salpate dallo scalo romano per intercettare i natanti".
Un grido di allarme contro la concorrenza sleale, considerata l’alta qualità del prodotto Made in Italy e il fatto che quello straniero finisce spesso per essere venduto come tricolore, sfruttando il prezzo più basso. "L’olio tunisino, ad esempio – si legge ancora nella nota–, viene venduto oggi sotto i 5 euro al litro, con una pressione al ribasso sulle quotazioni di quello italiano che punta a costringere gli olivicoltori nazionali a svendere il proprio al di sotto dei costi di produzione. A favorire le importazioni dalla Tunisia è anche l’accordo stipulato dalla Ue che prevede l’importazione annuale, nel periodo 1° gennaio – 31 dicembre, di 56.700 tonnellate di oli vergini d’oliva, nella cui categoria merceologica sono compresi olio extravergine d’oliva, olio vergine d’oliva e olio lampante, senza applicazione di dazi doganali".
"L’obiettivo di chi acquista olio straniero è realizzare margini sempre più alti di profitto tramite speculazioni che mettono all’angolo i produttori nazionali e inondano i mercati di prodotto di bassa qualità. Un fenomeno che spinge ulteriormente il pericolo di frodi ai danni dei consumatori, contro i quali si sono peraltro intensificati i controlli delle forze dell’ordine, del Masaf e dell’Icqrf". Spiega Granieri, che riveste anche il ruolo di presidente Unaprol: "Le preoccupazioni sono fondate, soprattutto quando si pensa alla qualità e alla sicurezza alimentare. Non possiamo permettere che la concorrenza sleale danneggi il mercato dell'olio d'oliva e le nostre produzioni di alta qualità".
A questo proposito il segretario solleva un punto critico relativo al Regolamento UE 2020/761, che disciplina l'importazione preferenziale di olio d'oliva dalla Tunisia. “E’ fondamentale garantire che l'olio importato rispetti gli stessi elevati standard di qualità e sicurezza che caratterizzano l'olio extravergine d'oliva europeo. L'assenza di un controllo rigoroso sulla qualità e sulla provenienza dell'olio importato potrebbe compromettere la fiducia dei consumatori e mettere a rischio la reputazione dell'olio italiano, considerato uno dei migliori al mondo”.
In risposta a questa situazione, Coldiretti e Unaprol chiedono la creazione di un Registro Telematico Unico europeo, simile al sistema italiano Sian. “Questo strumento - conclude Granieri -, garantirebbe maggiore trasparenza e tracciabilità, permettendo di tutelare i consumatori e valorizzare il prodotto autentico”.
EFA News - European Food Agency