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CLARA MOSCHINI

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Milleproroghe: niente rinvio per la Sugar tax

Il ministro Ciriani conferma: tema sarà affrontato in un altro provvedimento nei prossimi mesi

Dopo la fiducia incassata ieri dal governo, la Camera dei Deputati ha approvato definitivamente il decreto Milleproroghe. Il testo licenziato dal Senato è stato, infatti, approvato senza modifiche ed è quindi legge. Sono stati 165 voti a favore, 105 i contrari.

Tra le misure principali contenute nel provvedimento, diciamolo subito, è rimasta fuori la norma sul rinvio della sugar tax. Quest'ultima, ha spiegato al Senato il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani, resta "all'attenzione del governo" ma il tema sarà affrontato in un altro provvedimento nei prossimi mesi.

In merito alla decisione, Assobibe, l’associazione di Confindustria che rappresenta le imprese che producono e vendono bevande analcoliche in Italia, ribadisce a gran voce l’esigenza di azioni concrete e immediate da parte del Governo per far fronte all’entrata in vigore della Sugar tax, prevista per il primo luglio.

"Dopo le affermazioni del ministro Luca Ciriani che ci rassicurava su un provvedimento imminente per affrontare l’annosa questione della Sugar tax, ci aspettiamo adesso fatti concreti -ha detto Giangiacomo Pierini, presidente di Assobibe che dopo le dichiarazioni anche del Senatore Giorgio Maria Bergesio e del Senatore Maurizio Gasparri che hanno presentato due emendamenti nel DL milleproroghe, chiede con urgenza di poter istituire un tavolo di confronto". 

"Mancano poche settimane all’entrata in vigore della tassa -aggiunge Pierini-. Le imprese si interrogano sul continuo esitare di fronte al rinvio e stanno esprimendo il loro malcontento per la mancanza di fatti concreti. Abbiamo bisogno di un confronto immediato con la Presidenza del Consiglio".

Secondo Assobibe, l’entrata in vigore della Sugar tax che si applica alle bevande analcoliche sia nella versione con zucchero che in quelle prive di zuccheri, provocherebbe un freno degli investimenti per oltre 46 milioni di Euro, un calo degli acquisti di materia prima di oltre 400 milioni di Euro e un taglio del 10% del fatturato in un settore già in difficoltà, riducendo di conseguenza attività e investimenti in Italia (-12%). Senza dimenticare l’impatto sulla burocrazia, con centinaia di nuove procedure aziendali, e sull’occupazione: si stimano oltre 5.000 posti di lavoro a rischio, con evidenti ricadute negative anche sulle comunità locali.

Fc - 48234

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