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CLARA MOSCHINI

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Slow wine fair/2. Ripensare il packaging del vino

Alleggerire le bottiglie e indicare in etichetta il peso sono i primi due imperativi categorici per la sostenibilità delsettore

Si è aperta ieri, domenica 23 febbraio e dura fino a domani, 25 febbraio 2025, Slow wine fair, in contemporanea con Sana Food (vedi EFA News). Organizzata da BolognaFiere da un’idea di Slow Food, la fiera ospita convegni, masterclass e l’esposizione di circa 1.000 cantine italiane e internazionali e oltre 5.000 etichette. 

Slow Wine Fair 2025 sposta la riflessione dalle pratiche agricole e la fertilità del suolo a quanto avviene in cantina e in magazzino, quando il vino viene imbottigliato e spedito, pronto a raggiungere gli scaffali delle enoteche, le cantine dei ristoranti, e le nostre tavole. Slow Wine Fair 2025 guarda alla sostenibilità a 360 gradi, oltre i filari, e chiama tutte e tutti all’azione, oltre a fornire strumenti preziosi per approfondire questa tematica.

Nella prima delle conferenze di approfondimento che hanno luogo in Demeter Arena in questa edizione di Slow Wine Fair, “Packaging: la tua scelta ha un peso!” il vicepresidente di Slow Food Italia, Federico Varazi, e Cristina Crava di Porto Protocol, hanno discusso dell’impatto ambientale del packaging e lanciato un invito all’azione congiunto.

"Il packaging e gli imballaggi -dice Varazi- hanno un impatto notevole sull’ambiente, un impatto che solo apparentemente è secondario. I numeri sono incredibili. Il 70% dell’impronta ecologica è imputabile al packaging, agli imballaggi, alla logistica. Per portare avanti questo impegno, da Slow Wine Fair lanciamo una Call to Action, cui hanno aderito già molti consorzi e che invitiamo tutte e tutti a firmare". 

"Le richieste della call to action -prosegue Varazi-. sono semplici, precise, e possono essere riassunte in questi punti chiave:

  • indicazione in etichetta del peso della bottiglia per i vini fermi, tramite stampa diretta o QR code;
  • adozione di bottiglie leggere per i vini fermi, con un peso medio inferiore a 450 g per 0,75 litri entro la fine del 2026;
  • trasparenza da parte dei produttori, ai quali chiediamo di segnalare gli sforzi fatti per ridurre la grammatura delle bottiglie". In conclusione, come mostra Varazi, "dobbiamo pensare il vino non solo in campagna, ma anche in magazzino, dobbiamo andare oltre i filari".

"L’imballaggio -aggiunge Cristina Crava- è l’elemento che contribuisce di più all’impronta carbonica del vino. Riducendo la quantità di CO2 ridurremo l’impatto della nostra produzione di vino. Questo cambiamento è più facile di come si possa pensare, e nella nostra guida 'Unpacking Wine' è un lavoro che abbiamo messo insieme negli ultimi anni, raccogliendo le testimonianze e le esperienze virtuose di più produttori e su più continenti. Il nostro impegno si traduce in una guida che vuole essere un kit di strumenti dedicato a tutti i consumatori che vogliono fare scelte più consapevoli quando si tratta di vino, a tutti i produttori di vino che vogliono sostenere il cambiamento e a chi il vino lo racconta e lo vende".

Fc - 48303

EFA News - European Food Agency
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