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CLARA MOSCHINI

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Cozze, ricci e schiuma di mare: sequestri a Brindisi

Vasta operazione dei militari per contrasto alla pesca illegale

Sequestrati 300 kg di ricci e vasche di novellame di sardina

Si è svolta ieri mattina, domenica 23 febbraio, una vasta vasta operazione predisposta dalla Capitaneria di porto di Brindisi e mirata al contrasto della pesca illegale. I militari della sezione di polizia marittima della guardia costiera di Brindisi, coordinati dal centro di controllo di area della pesca della Direzione marittima di Bari, hanno perlustrato il litorale e alcune vie cittadine del capoluogo della provincia, dove "procedevano al sequestro di circa 300 esemplari di ricci di mare (paracentrotus lividus), 20 chili di cozze nere “Mytilus Galloprovincialis” e diverse vaschette di 'schiuma di mare', cioè novellame di sardina-sardina pilchardus". I prodotti sono stati sequestrati a tre diversi venditori abusivi, "i quali avevano allestito dei banchetti di 'fortuna', in condizioni igienico-sanitarie inesistenti".

L’operazione è stata realizzata per vigilare contro la pesca e il commercio illegale del riccio di mare, anche alla luce della legge regionale n. 6 del 18 aprile 2023, che "vieta nel mare territoriale della Puglia il prelievo, la raccolta, la detenzione, il trasporto, lo sbarco e la commercializzazione degli esemplari di riccio di mare e dei relativi prodotti derivati freschi per tre anni". La norma è stata varata per favorire il ripopolamento del riccio di mare nei mari regionali, garantendo un periodo di riposo della specie, preservando la risorsa ittica e scongiurando il rischio di estinzione dovuto ai massicci prelievi.

I ricci e i mitili, ancora freschi ed allo stato vitale, secondo il rapporto dei militari "sono stati sottoposti a sequestro ed immediatamente rigettati in mare con l’ausilio del mezzo veloce GC Alfa 94 in dotazione alla Capitaneria di Porto di Brindisi". Il novellame di sarda, invece, è stato distrutto.

L’attività posta in essere, sottolinea il rapporto, "ha permesso di constatare ancora una volta quanto sia invalso il malcostume di commercializzare e consumare ciò che è considerata, a torto, una prelibatezza, incoscienti del fatto che tale comportamento si traduce in un grave danno all’ecosistema marino oltre che esporre a grave rischio la salute pubblica, proprio in relazione alle inesistenti condizioni igienico-sanitarie in cui la vendita è effettuata".

Il Comandante della Capitaneria di Porto, Luigi Amitrano, assicura che "in questi giorni, in tutto il compartimento marittimo di giurisdizione, continueranno gli accertamenti al fine di verificare il rispetto, non solo della normativa in materia di cattura dei ricci di mare, ma delle leggi che tutelano l’intera filiera ittica ed il consumatore finale".

Fc - 48330

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