Bio, cresce del 3,8% il fatturato delle cooperative
Indagine Ismea presentata al Sana 2025: vino e ortofrutta i prodotti più commercializzati
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Fatturato in aumento del 3,8% con margini di crescita all’estero, vino e ortofrutta i prodotti più commercializzati. Sono questi alcuni dei risultati emersi da un’indagine sulla cooperazione biologica condotta da Ismea nell’ambito della Rete Rurale Nazionale e che è stata presentata oggi nel corso di un’iniziativa organizzata da Fedagripesca Confcooperative nella cornice del salone internazionale del Sana 2025 organizzato da BolognaFiere e in svolgimento fino a domani 25 febbario. L’indagine ha interessato un campione di cooperative proprietarie dei marchi leader del comparto biologico presenti nella gdo e nella distribuzione specializzata e che hanno fatturato nel 2023 un totale di 2,7 miliardi di Euro.
Il settore produttivo più rappresentato è il vitivinicolo, seguito dall’ortofrutticolo, il seminativo e il lattiero caseario. Come dicevamo, il fatturato complessivo delle cooperative è in aumento del 3,8%: una cooperativa su due commercializza i propri prodotti anche all’estero con quote di fatturato ancora non significative, ma con buoni margini di crescita. Inoltre, più dell’86% delle cooperative biologiche è in possesso di una ulteriore certificazione: le più diffuse sono quelle connesse ai regimi di qualità UE (quali DOP, IGP, STG) e le certificazioni di processo. Molto alta l’attenzione delle cooperative biologiche verso la sostenibilità delle produzioni: più del 75% utilizza energie rinnovabili, di queste oltre il 92% è anche produttore di energia.
Tra le cooperative che hanno partecipato all’indagine, le motivazioni che dovrebbero stimolare le aziende agricole biologiche a conferire in cooperativa le proprie produzioni sono riferibili a logiche di filiera come una equa e tempestiva remunerazione ai soci (25%), accordi lungo la filiera, che danno la certezza del prezzo (24%), organizzazione della domanda e dell’offerta con conseguente facilità di conferimento del prodotto (28%), fornitura di servizi continui di assistenza tecnica (15%).
“La frammentazione del settore agricolo italiano -commentato Francesco Torriani, presidente del Settore biologico di Confcooperative, alla quale aderiscono la maggior parte delle cooperative analizzate- è una criticità che può essere affrontata attraverso l’aggregazione tra produttori, mettendo insieme l’intera filiera, dalla produzione fino alla commercializzazione del prodotto finito, migliorando di conseguenza l’efficienza e la distribuzione del valore lungo della filiera a vantaggio del produttore e del consumatore finale. L’aggregazione consente inoltre di realizzare investimenti in innovazione e offrire servizi di valore come certificazione e digitalizzazione, permettendo di perseguire l’obiettivo della produttività e distintività, binomio strategico per il futuro dell’agricoltura biologica”.
EFA News - European Food Agency