Fao /2. Grano: previsto lieve aumento produzione a 796 mln ton nel 2025
Le scorte tuttavia caleranno (-1,9%) a 869,3 mln ton. A 45 Paesi serve assistenza alimentare esterna

Contestualmente all'indice dei prezzi delle materie prime alimentari (leggi notizia EFA News), la Fao ha anche pubblicato il suo ultimo Cereal Supply and Demand Brief, prevedendo una produzione globale di grano nel 2025 a 796 milioni di tonnellate, segnando un modesto aumento di quasi l'1% rispetto all'anno precedente. Questa previsione è supportata dai previsti guadagni di produzione nell'Unione Europea, in particolare in Francia e Germania, dove si prevede un aumento delle semine di grano tenero. Tuttavia, sfide come le condizioni di siccità nell'Europa orientale e le piogge eccessive nelle regioni occidentali potrebbero influire sui miglioramenti della resa. Negli Stati Uniti d'America, si prevede un'espansione della superficie coltivata a grano, sebbene le rese potrebbero diminuire leggermente a causa delle condizioni di siccità che hanno un impatto sulle colture invernali.
Si prevede che la produzione di riso raggiungerà un record di 543 milioni di tonnellate (in equivalente macinato) nel 2024/25, guidata dalle prospettive positive del raccolto in India e dalle condizioni di crescita favorevoli in Cambogia e Myanmar. La Fao ha aumentato la sua stima per la produzione globale di cereali nel 2024 a 2.842 milioni di tonnellate, un leggero aumento rispetto al livello del 2023.
L'utilizzo globale di cereali per l'anno di commercializzazione 2024/25 è previsto a 2.867 milioni di tonnellate, un aumento dell'1,0% rispetto all'anno precedente, guidato da un consumo record di riso previsto. L'utilizzo del grano dovrebbe rimanere stabile, poiché la leggera diminuzione del consumo alimentare è bilanciata da un aumento dell'uso industriale, in particolare in Cina.
La Fao prevede un calo dell'1,9% nelle scorte globali di cereali, con scorte finali previste per il 2025 a 869,3 milioni di tonnellate, più elevate nella Federazione Russa e in Ucraina che dovrebbero essere compensate da riduzioni verificatesi altrove. Il rapporto scorte/utilizzo globale dovrebbe scendere al 29,9%, indicando comunque una fornitura confortevole. Inoltre, la Fao ha rivisto le sue previsioni per il commercio globale di cereali a 484,2 milioni di tonnellate, in calo del 5,6% rispetto alla stagione precedente a causa delle mutevoli dinamiche delle esportazioni.
La Fao ha anche pubblicato oggi una nuova edizione del suo rapporto Crop Prospects and Food Situation. Guardando al 2025, in Africa, le prolungate condizioni meteorologiche secche in Nord Africa stanno smorzando le prospettive di produzione di cereali, mentre le favorevoli precipitazioni in Africa meridionale dovrebbero sostenere una ripresa delle rese delle colture dopo i significativi cali del 2024.
In Asia, le prospettive sono contrastanti. Si prevede che l'Estremo Oriente vedrà una crescita continua nella produzione di grano per il 2025, guidata da grandi piantagioni e condizioni meteorologiche favorevoli. Al contrario, il Vicino Oriente è alle prese con scarse precipitazioni dalla fine del 2024, che hanno influenzato i potenziali di resa e potrebbero portare a raccolti di grano inferiori alle medie quinquennali.
Nel frattempo, in America Latina e nei Caraibi, le condizioni meteorologiche contrastanti stanno influenzando la produzione di mais in Sud America, con il rischio di focolai di malattia della stenosi che rappresentano un'ulteriore minaccia in Argentina. Nonostante queste sfide, si prevede che la produzione aggregata rimarrà comunque al di sopra dei livelli medi, in gran parte a causa delle buone prospettive di produzione in Brasile. In America Centrale e nei Caraibi, le condizioni di siccità in corso hanno ridotto le piantagioni di cereali in Messico, mentre si prevede che il clima favorevole in altre parti aumenterà le rese.
Il rapporto evidenzia inoltre che 45 paesi, tra cui 33 in Africa, 1 in Asia, 2 in America Latina e nei Caraibi e 1 in Europa, hanno attualmente bisogno di assistenza alimentare esterna. Secondo il rapporto, i conflitti persistenti e l'insicurezza civile rimangono i principali fattori di grave fame, con le popolazioni della Striscia di Gaza (Palestina) e del Sudan che affrontano livelli di insicurezza alimentare acuta di Fase 5 dell'Ipc.
EFA News - European Food Agency