Berco, sindacati all'attacco dell'ad Bottone
Fim, Fiom, Uilm contro le dichiarazioni dell'ad: "buon senso" ritirare i 247 licenziamenti

“L’unica dichiarazione di buon senso che oggi poteva rilasciare l’amministratore delegato di Berco poteva essere quella di ritirare i 247 licenziamenti, che significa evitare di mettere per strada 247 famiglie". Si sono espresse così in un comunicato unitario le segreterie nazionali di Fim, Fiom, Uilm dopo la conferenza stampa di venerdì scorso 7 marzo tenuta dall'ad della società, Giacomo Bottone.
"Le sue sono dichiarazioni isteriche? Forse -ribadiscono i sindacati-, dopo essere stato abbandonato dai lavoratori, dai cittadini, dalle Istituzioni è stato lasciato da solo anche da Thyssenkrupp. Forse la multinazionale non è più disposta a sopportare la paralisi dello stabilimento, le ulteriori perdite economiche e l’indifferenza dei clienti? E poi, anche i lavoratori, i cittadini, le istituzioni ed i sindacati vorrebbero che Berco possa produrre per i prossimi cento anni ma senza un piano industriale, chiesto più volte, ma mai ottenuto, stiamo ancora alla propaganda. Un vero e proprio piano industriale atteso anche dallo stesso ministro Urso in mancanza del quale è stato costretto a rivolgersi direttamente alla multinazionale tedesca".
"Anche il sacrificio chiesto a quei pochi lavoratori costretti ad entrare sono un segno di debolezza del management a cui è sfuggito il Governo della fabbrica -prosegue il comunicato sindacale-. La sede più opportuna per fare e supportare dichiarazioni (ma che siano responsabili) resta quella del Mimit messa a disposizione dal Governo per risolvere la vertenza, con tutto il supporto possibile".
"Allora -conclude la nota sindacale- chiediamo, ancora una volta all’ad di Berco un grande gesto di responsabilità con il ritiro dei licenziamenti e la possibilità di ricominciare a ragionare con lucidità sul destino di oltre 2.000 famiglie. Sarebbe un grande gesto che ci farebbe ricredere su tanti giudizi espressi da tutti quelli che stanno seguendo questa tragedia sociale ed industriale. AD di Berco: esca dall’isolamento riconquisti il rispetto dell’intero Paese e ritorniamo al senso di responsabilità”.
Venerdì scorso, come dicevamo, l’amministratore delegato di Berco, Giacomo Bottone ha comunicato che la fabbrica di Copparo (FE) resterà in Italia, lo stabilimento non sarà trasferito e non chiuderà. Quello che sta attraversando l’azienda, ha spiegato Bottone, è "un'onda lunga” causata da diversi fattori: dal covid alle crisi energetiche, passando per la guerra in Ucraina. Un'onda lunga che, dice l'ad, "ci ha fatto perdere il mercato russo” a la rotta commerciale tra Stati Uniti e Cina. Il risultato è stato un “aumento dei costi energetici e dell’acciaio, che hanno finito per impattare non solo sulla nostra abilità di restare sul mercato, ma anche sulle scelte dei nostri clienti”.
“Al momento -ha aggiunto Bottone- il dialogo con i sindacati è chiuso e questo è un male. O ricominciamo a confrontarci oppure non avremo altra soluzione se non quella di rispettare quanto previsto dai termini di legge per i licenziamenti. Lo sciopero è un diritto sacrosanto, ma anche voler lavorare è un diritto e ci sono dipendenti pronti a ripartire. Ribadisco -conclude l'ad-, siamo aperti al dialogo perché crediamo nel futuro di questa azienda”.
EFA News - European Food Agency