Face alza la voce contro le dicisioni Usa sull'alluminio
La federazione europea si oppone alle tariffe in un settore cruciale per l'alimentare

La filiera dell'alluminio si muove dopo la recrudescenza dei dazi . Ad "alzare la voce" è Face, la Federazione europea dei consumatori di alluminio che chiede l’azzeramento della struttura daziale UE (3%-4%-6%) sulle importazioni di alluminio grezzo. L'alluminio, come abbiamo detto pochi giorni fa, sta vivendo un momento difficile, caratterizzato da un'altissima volatilità (leggi notizia EFA News). Per il comparto agroalimentare è fondamentale in questo momento monitorare l'andamento dei prezzi delle materie prime legate proprio all'alluminio, oltreché a carta, plastica e vetro: insieme costituiscono di fatto la quasi totalità dei materiali utilizzati dalle aziende alimentari per il confezionamento e l’imballo dei prodotti freschi e trasformati.
"La materia prima rappresenta la base del manufatto e incide in maniera determinante sui costi di produzione, al pari dell’energia elettrica necessaria per la lavorazione -sottolinea il presidente di Face Mario Conserva-. Ridurre questi costi è essenziale per rafforzare la competitività dell’industria europea dell’alluminio e garantirne la sopravvivenza in un mercato globale caratterizzato da una concorrenza durissima e spesso sleale. Per questo anche in un contesto di crescente protezionismo e guerre commerciali, è necessario eliminare i dazi sulle materie prime, che da oltre vent’anni hanno aggravato la vulnerabilità industriale europea. La priorità deve essere quella di rafforzare la nostra potenza industriale, non di indebolirla".
"Face ha sempre sostenuto la necessità di mantenere il dazio protettivo del 7,5% per i prodotti finiti a valle -sottolinea il presidente Conserva- e di chiedere alle istituzioni dell’Ue di rafforzare e accelerare l’applicazione di strumenti di difesa commerciale, come i dazi antidumping, per proteggere le imprese del settore. Inoltre, è fondamentale che l’alluminio non venga utilizzato come merce di scambio nei negoziati commerciali bilaterali, sacrificando l’industria europea in cambio di un maggiore accesso ai mercati dei servizi. L’industria dell’alluminio è già troppo vulnerabile e non deve subire ulteriori compromessi nei trattati internazionali".
Secondo Conserva la formula giusta per una politica commerciale efficace a sostegno dell’industria europea dell’alluminio deve prevedere: l’azzeramento dei dazi sulle materie prime, il mantenimento dei dazi sui prodotti finiti a valle, strumenti di difesa commerciale più rapidi ed efficaci, divieto di utilizzare i dazi europei del 7,5% sui prodotti in alluminio come merce di scambio nei negoziati commerciali bilaterali, un’immediata e forte risposta alle misure di guerra commerciale che colpiscono il settore europeo dell’alluminio, anche attraverso coalizioni con altri paesi.
"L’Europa -conclude Conserva- deve adottare misure strategiche per garantire la competitività dell’industria dell’alluminio, assicurandone la resilienza e la crescita in un mercato globale sempre più difficile".
EFA News - European Food Agency