I vini laziali tornano protagonisti a Vinitaly. In occasione della 57° edizione dell'esposizione vitivinicola a Veronafiere (6-9 aprile 2025), il patrimonio enologico della Regione sarà in rassegna con il contributo dell'Arsial (Agenzia Regionale per lo Sviluppo e l'Innovazione dell'Agricoltura del Lazio). I contenuti della partecipazione della Regione Lazio a Vinitaly sono stati illustrati presso la Camera di Commercio di Roma, alla presenza, tra gli altri, del presidente Francesco Rocca, dell'assessore regionale all'Agricoltura Giancarlo Righini, del commissario straordinario di Arsial Massimiliano Raffa e del presidente di Veronafiere Federico Bricolo.

In campo con il claim "Lazio Monumental Taste", la Regione partecipa a Vinitaly con 59 cantine e 3 consorzi di tutela: Roma Doc, Cesanese del Piglio Docg e Frascati. Non mancheranno due brand specializzati nella distillazione. Il padiglione della Regione Lazio si estenderà su 2450 metri quadri, il 20% in più della superficie coperta a Vinitaly 2024. "L’aumento della metratura è un bel segnale di crescita e attenzione. Continuiamo questo lavoro”, ha commentato il presidente della Regione Lazio Rocca, che ha aggiunto. "Abbiamo investito somme importanti per rendere il padiglione della Regione Lazio all’altezza del grande lavoro che stiamo facendo e che viene fatto. Io sono molto ottimista per la partecipazione dei vini del nostro territorio a Verona”.

La crescita del numero di espositori è "il riconoscimento migliore che potevamo dare ai produttori e alle nostre cantine che producono vini straordinari", ha detto da parte sua l'assessore Righini. "Tutti i risultati che stanno ottenendo i nostri vini, sia a livello nazionale che internazionale, sono la dimostrazione che questo lavoro di promozione sta andando dei risultati importanti che permettono al Lazio di primeggiare. La strada che abbiamo intrapreso è quella giusta per tutto il settore dell’agroalimentare”.

Come ricordato dal presidente della Camera di Commercio di Roma Lorenzo Tagliavanti, nel Lazio ci sono “18 mila ettari di superficie vitata” di cui “11.600, ben oltre il 60%, sono destinati ai vini di denominazione”, quindi c’è “un grande sforzo degli operatori per dare qualità e visibilità a quel vino”.

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