Nutriscore. "Strumento politico, illude la gente di mangiar bene"
Pietro Paganini, docente alla Temple University, appoggia la linea italiana

Pietro Paganini, docente alla Temple University di Philadelphia, ospite a RadioRadio ha commentato le parole pronunciate dal ministro Lollobrigida sul Nutriscore a margine dell’evento Agricoltura È che ha visto presenziare anche il presidente della Repubblica Sergio Mattarella. (leggi notizia EFA News) Nel pomeriggio, durante la manifestazione, il ministro aveva espresso l'auspicio che "non si parli di più di etichette condizionanti e penalizzante grandi prodotti di qualità. Serve etichettatura corretta e quella del Nutriscore non lo era", ha dichiarato il titolare Masaf.
“Le dichiarazioni del ministro Lollobrigida sono precise, poi chiaramente bisogna considerare la matrice politica, molto vicina alle manovre di Trump", ha affermato Paganini, "ma è vero che c’è un impatto negativo a lungo termine per le produzioni nazionali. Le politiche restrittive europee stanno affossando le produzioni tradizionali non solo italiane, ma di tutti i paesi europei. Penso ai bollini del Nutriscore che vanno a penalizzare produzioni classiche quali formaggi o prosciutti, a favore di aziende e supermercati che sfruttano il sistema per creare prodotti che illudano il consumatore di essere più salutari. Il Nutriscore illude le persone di mangiare bene e evitare il rischio di malattie come l’obesità, ma non è assolutamente vero”.
E sul metodo Nutriscore, il docente ha aggiunto: “è un algoritmo che tende a penalizzare nutrienti come lo zucchero e i grassi saturi-spiega Paganini- che sono alla base dei prodotti tradizionali e anche industriali italiani. Anche in quantità non eccessiva, prodotti con questi nutrienti risultano avere bollini rossi, quindi vengono presentati come non salutari. Perciò chi vuole sostituire questi prodotti -ha sottolineato- tende a ultraprocessarli per avere poi un prodotto solo apparentemente sano. È una presa in giro, questo algoritmo è stato appena modificato su richiesta di alcuni paesi che intendevano adottarlo ma che volevano tutelare i loro prodotti. È evidente sia uno strumento politico, spinto da aziende e supermercati che vogliono promuovere prodotti a loro marchio. Io credo che queste aziende facciano bene a fare concorrenza, ma la politica sbaglia di grosso ad andare loro dietro”, ha concluso Paganini.
EFA News - European Food Agency