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CLARA MOSCHINI

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Italia prima nella produzione vino, seconda per export

A Vinitaly presentata ricerca di Intesa Sanpaolo: 2024 chiuso con 8,1 miliardi di Euro di esportazioni

Nel 2024 l'Italia ha riconquistato il primo posto a livello mondiale nella produzione di vino, con 41 milioni di ettolitri. In termini di export, l'Italia è al secondo posto nel mondo, dopo la Francia che in valore ha una quota di mercato del 34,5% (Italia al 22%) mentre in quantità veniamo superati di poco dalla Spagna (21,7% vs. 22%). Il 2024 si è chiuso con 8,1 miliardi di Euro di esportazioni di vino italiano, +5,5% rispetto al 2023. È quanto emerge da una ricerca del Research Department di Intesa Sanpaolo preparata in occasione di Vinitaly.

La vendemmia 2024 ha mostrato un buon recupero rispetto all'anno precedente, (+7%) pur collocandosi al di sotto del 14% rispetto alla media dei 5 anni precedenti. La vendemmia del 2023, infatti, era stata particolarmente scarsa (con circa un 20% in meno in termini di quantità prodotte) a causa degli effetti del cambiamento climatico (siccità, alluvioni) che avevano favorito la diffusione di un fungo, la peronospera, che aveva letteralmente decimato i raccolti in particolare nel centro-sud. Bene anche i distretti del vino italiani, che nel complesso crescono del 4% tendenziale, in particolare il Prosecco di Conegliano Valdobbiadene, i Vini dei Colli Fiorentini e senesi e i Vini del veronese, che hanno registrato crescite tra il 7 e il 10%.

Ma è soprattutto in termini di biodiversità che l'Italia surclassa tutti: secondo uno studio dell'OIV, il 75% del vitigno nazionale è infatti coperto da ben 80 vitigni autoctoni, secondo il Portogallo con 40 vitigni, mentre Francia e Spagna si fermano a 15. Questa biodiversità si traduce in un altro primato per l'Italia, che è il Paese europeo con il maggior numero di certificazioni DOP/IGP: 528, mentre la Francia si ferma a 442.

Sono tanti i punti di forza, ma ci sono anche alcuni punti di attenzione, tra cui in primis la frammentazione e la difficoltà a fare sistema. "È necessario investire in innovazione, nella selezione dei vitigni più resistenti ma anche nelle opportunità che derivano dalla digitalizzazione e dalla robotica. Le opportunità maggiori -sottolinea Stefania Trenti, responsabile Industry & Local Economies Research Intesa Sanpaolo- potranno venire ancora dai mercati esteri, ma anche dalla capacità di fare sistema per valorizzare la grande qualità del vino italiano".

I produttori vitivinicoli italiani sono di più piccole dimensioni rispetto ai nostri competitors, il 35% delle aziende vitivinicole italiane ha meno di 5 ettari, in Francia sono solo il 7%. A ciò si aggiungono alcune minacce: la concorrenza dei principali competitors, i consumi in calo e quindi la necessità di intercettare o stimolare nuove fasce di consumatori. Infine il cambiamento climatico, che sta modificando la geografia dei paesi produttori di vino, spostandosi sempre più verso nord, mentre i territori del sud sono a rischio desertificazione.

Fc - 49530

EFA News - European Food Agency
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