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CLARA MOSCHINI

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Vino e champagne fanno male a Lvmh

La maison del lusso chiude il primo trimestre 2025 con la business unit crollata del 9%

Tempi duri, anzi durissimi anche per i grandi marchi del lusso. Uno su tutti, la big francese LVMH che ha chiuso il primo trimestre 2025 con un fatturato di 20,3 miliardi di Euro, in calo del 2% rispetto a un anno fa (-3% a livello organico). Secondo la maison i risultati evidenziano "una buona resilienza" e un "forte slancio innovativo" a dispetto di "un contesto geopolitico ed economico perturbato". Eppure, a ben guardare, proprio i numeri del trimestre deludono pesantemente le attese che andavano nella direzione opposta, ossia verso una crescita del 2%.

Tutta colpa, dicono gli analisti, dei dazi Usa che hanno pesato soprattutto sul settore Vini ed alcolici: il segmento fa segnare un crollo del fatturato del 9% a 1,3 miliardi di Euro, pesando sul risultato complessivo. Anche Moda ed Accessori (-5%) risente del clima negativo sul commercio mondiale, mentre tengono Orologi e Gioielli e, parzialmente, Profumi e cosmetica. "Lo champagne -spiega il comunicato ufficiale della casa del lusso- ha registrato una leggera flessione, che riflette la normalizzazione della domanda in corso. Moët & Chandon è tornato sul podio come Champagne ufficiale di Formula 1. Il Cognac è stato frenato da una domanda più debole in Cina e negli Stati Uniti. Il portafoglio di vini rosati provenzali ha registrato un buon inizio d'anno".

L'Europa, secondo la maison, ha nuovamente registrato una crescita a perimetro e valuta costanti: gli Stati Uniti hanno registrato un leggero calo, nonostante una buona performance nei settori Moda e Pelletteria e Orologi e Gioielli. Il Giappone ha registrato un calo rispetto al primo trimestre del 2024, trainato dalla forte crescita della spesa dei consumatori cinesi nel Paese. Il resto dell'Asia ha registrato tendenze paragonabili al 2024.

Fc - 49774

EFA News - European Food Agency
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